Iner Haies Khu

Olio su tela
70×50 cm

2016

Collezione privata

Storia

Una donna nuota nel cielo, diretta verso una meta sconosciuta. Fanno da ambientazione due “mondi” avversi, ma tenuti insieme da una folgore cosmica. Sullo sfondo profondo, un paesaggio.

“Il titolo dell’opera è ‘Iner Haies Khu‘. Mi è arrivato come intuizione, più suoni che parole, ma dopo le mie ricerche scopro che questi suoni ricordano un qualcosa che ha a che fare con l‘energia spirituale dell’occhio interiore.”

Torna. Nel quadro è visibile un vuoto dimensionale, che separa due mondi, tenuti in effetti insieme da un’energia spirituale. In seguito, noto che le due dimensioni pittoriche non sono altro che, a sinistra, la carne del vedente, e, a destra, l’effettiva visione. La domanda che mi rimane è… L’osservatore sta guardando dentro o fuori?”


Sul fondo un guizzo di luce…


(Scritto nel Febbraio 2024)


O 1 – 1 O – 1 O – O 1

Apparizioni

2020, IMMATERIA, Anisé Art Gallery, Bergamo


Collocazione

Collezione privata

Il Tempo di Essere Felici

Tecnica mista su tela
50×70 cm

2015-2016

Collezione privata

Storia

“Quest’opera nasce nel 2015. Mi trovavo ad Ameglia, invitato da uno dei ragazzi conosciuti nello studio di scultura a Carrara. Nasce in occasione di un festival, era la prima volta che lavoravo ad una simile opera in pubblico. Comunque, quando l’ho concepita ho pensato alla Gioconda. Volevo che il sentimento della Gioconda riverberasse in un’opera in grado di mostrare altri aspetti dell’essere, e allo stesso tempo, continuare a esplorare lo stile che avevo appena scoperto realizzando la Rosetta. Aspiravo a una dimensione in cui l’invisibile, l’energetico, lo spirituale si facessero segno, illuminando la tela con la loro energia prima di cristallizzarsi, ed essere così, finalmente, osservabili.”

Il Tempo di Essere Felici fa parte del ciclo del Materialismo Psichico, dove Manuel cerca di rappresentare l’anima delle figure attraverso forme visibili e di mettere in luce alcuni aspetti secondari – non immediatamente riscontrabili – del regno materiale. Gli andamenti fluidi, ondivaghi della Molam, che come per lattei filamenti compongono la figura, come le ali di una bianca farfalla accarezzano il vento, accompagnano l’essenza della protagonista: una metafisica donna di un’era senza tempo, che accenna un sorriso, intenta, in una caverna, ad esistere.

E’ una imago-grafia di un altro tempo, che non possiamo misurare con orologi e calendari, ma che esiste, sempre è esistito, e sempre esisterà.

“Anche gli elementi naturali rivelano aspetti secondari della materia: le rocce sono decorate da una danza di segni suggeriti a tempera bianca. In realtà, più che essere una decorazione, quella è una radiografia di quello che sta succedendo ad un altro livello dell’essere. Quei delicati segni rappresentano infinitesime particelle, che come gocce di rugiada reagirebbero al vento, si animano, per effetto di un magnetismo cosmico. Intuito-grafate da me, nella danza dell’eterno sospiro.”

Il cielo è stratificato…

Perché c’è un buco che dalla parte posteriore della tela trafigge l’opera esattamente al centro del sole?

“E’ un gioco… Il sole è bucato. Il sole è il donatore della luce che ci consente di vedere tutto nel regno materiale. Però… non puoi mai vedere il sole. Manca sempre un pezzo.

Dov’è finito quel pezzo di tela?”


(Scritto nel Febbraio 2024)


O 1 – 1 O – 1 O – O 1

Apparizioni

2015, Liceo Artistico di Brera, Milano
2020, IMMATERIA, Anisé Art Gallery, Bergamo
2023, Via Brera, Milano
2023, Piazza della Scala, Milano


Collocazione

Collezione privata

Oltre Il Visibile

Grafite nera e carboncino su carta
50×70 cm

2014

Collezione privata

Storia

Dopo anni di libero disegno, di studio dei classici, e di esercitazioni, Manuel apre con quest’opera la porta del suo universo.

Frequenta il liceo artistico quando un professore propone agli studenti di realizzare una copia dal vero della modella, Rosetta, e di reinterpretarla in seguito ispirandosi ad un artista a piacimento.
Manuel si rifiuta di basarsi su un artista già vivente, e decide così di intraprendere un percorso proprio, alla ricerca di una visione personale.

Rosetta, come una modella,

Rosetta, come una sonda spaziale,

Rosetta, come la stele,

uno specchio dimensionale che riflette diverse dimensioni dell’essere.

La composizione originale prevedeva la donna, seduta, in una posizione rilassata e meditativa, appoggiata ad un tavolo bianco, di ferro battuto, costruito assecondando motivi spiraliformi. La donna teneva la testa adagiata a una mano, nell’altra una rosa. Un vaso sul tavolo.

Nell’elaborare il tema, la visione di Manuel ha preso forma quasi per gioco, eppure lo ha trasportato in un viaggio di cui neanche lui conosceva l’entità. Il corpo di lei e gli oggetti hanno iniziato a deformarsi, a fluidificarsi, ma non secondo caos… seguendo un principio armonico: il magnetismo di un’onda cosmica.

L’artista, come un catalizzatore di forze cosmiche, traspone su carta le intuizioni giunte da regni remoti. Grazie al cammino del suo segno si dischiudono pieghe dell’essere che in un distratto vivere quotidiano passerebbero inosservate. Rivela:

“Con le palpebre fluttuanti, nell’aria si crea un terzo occhio. Riempio il vuoto con una pupilla. La pupilla diventa un pianeta. Ad occhi chiusi, Rosetta vede tutto.”

“I corpi non stanno mai in se stessi. Anche i muri, nonostante paiano immobili, sono in movimento. Li vedi immobili, ma stanno ondeggiando.”

“L’essere umano è ciò che separa il silenzio dal suono, la luce dal buio, il pieno dal vuoto… Il nero dal bianco.”

[…]

“Ovviamente è solo un gioco.”


(Scritto nel Febbraio 2024)


O 1 – 1 O – 1 O – O 1

Apparizioni

2020, IMMATERIA, Anisé Art Gallery, Bergamo


Collocazione

Collezione privata